

Un viaggio attraverso il territorio ibleo, per conoscerne la storia, la cultura, le tradizioni, gli odori e i sapori. Un unicum che identifica questo territorio così ricco di saperi che si vuole trasferire a quanti, viaggiatori e visitatori, vorranno addentrarsi nella magia dei paesaggi, nelle viuzze dei suoi paesi e nello splendore delle sue Chiese. Di tutto questo Canicattini è la porta che si apre ad oriente e che ci accompagna nel viaggio. E lo fa offrendo al cittadino, al visitatore e al viaggiatore, un nuovo strumento di conoscenza, che fa seguito a quello già realizzato anni addietro da un figlio illustre di questa città e di questo territorio, Antonino Uccello, etnologo e custode di quella cultura popolare e contadina che ha da sempre disegnato quest'area della provincia aretusea. Il Museo dei Sensi e dell'Arte Lapidea, di proprietà del Comune di Canicattini Bagni, inaugurato ieri sera in via De Pretis, nei due plessi che furono dell'Opera Pia "E. Cassarino", recuperati e restaurati dal Gal Val d'Anapo e Hyblon Tukles, grazie ai fondi strutturali del PIT 28 e del Piano Leader, vuole essere un parte importante di questa cultura, al centro di quella Rete Museale degli Iblei che da ieri prende corpo e che si svilupperà in tutti gli altri Comuni del Comprensorio.


A tagliare il nastro, dopo la benedizione di don Rosario Pitruzzello, è stato il primo cittadino della cittadina Iblea, Paolo Amenta, al suo fianco il presidente e il direttore del Gal Val d'Anapo, Pippo Gianninoto e Sebastiano Di Mauro, il consigliere provinciale Gaetano Amenta, il vice sindaco Salvatore La Rosa, la giunta, la presidente del Consiglio Comunale, Loretta Barbagallo, i consiglieri, l'assessore al Turismo dell'Unione dei Comuni, Corrado Cataldi, il sindaco di Palazzolo, Carlo Scibetta, i dirigenti del Comune, il curatore arch. Giuseppe Di Mauro, uomini di cultura come i professori Paolo Giansiracusa e Sebastiano Burgaretta dell'Università di Catania, il giornalista Carmelo Maiorca di Slow Food Sicilia, artisti di grande spessore espressivo con il canicattinese Ettore Gazzara, e ancora Ivano Orazio Vecchio e Antonino Albanese, che espongono le loro opere, gli anziani del Centro Diurno, testimoni preziosi di una cultura e di un tempo da recuperare, i rappresentanti di Associazioni e tanti cittadini.

«Questo straordinario luogo, con le sue sale espositive, la sua cucina, e le opere che all'interno vi troveranno ospitalità - ha detto il sindaco Paolo Amenta -
non devono essere patrimonio della sola città di Canicattini, ma devono essere considerati risorsa e patrimonio dell'interno territorio ibleo. La nostra identità, la nostra cultura e le nostre tradizioni vanno ricercate nell'interezza di questo territorio di straordinaria bellezza, patrimonio dell'Umanità. Di questo territorio Canicattini è la porta orientale, e in questa veste vuole essere la città dei servizi che accompagna e guida il visitatori in questo viaggio alla riscoperta di una cultura che deve trovare spazio all'interno del Museo dei Sensi e dell'Arte Lapidea. L'arte in tutta la sua vasta espressione, gli odori, i sapori, e l'altro elemento identificativo, che è la pietra, così abilmente lavorata dai nostri artigiani, in questi spazi saranno in un continuo divenire. Questo non sarà il luogo dove si accatasteranno opere - ha concluso Amenta -
ma un laboratorio, dove la modernità della multimedialità, utile al visitatore per meglio muoversi e conoscere il territorio, e le tradizioni si incroceranno per produrre ricchezza, un nuovo modello di sviluppo. Per questo ringrazio quanti, dall'architetto Giuseppe Di Mauro, all'Ufficio Cultura, dall'Ufficio Tecnico del Comune a Carmelo Santoro, al Centro Anziani, ai nostri illustri ospiti, professori Giansiracusa e Burgaretta, agli artisti Ettore Gazzara, Vecchio e Albanese, a Carmelo Maiorca di Slow Food, e i tanti che hanno contribuito ad allestire il Museo». 
«Questa struttura - ha aggiunto il presidente del Gal Val d'Anapo, Gianninoto -
nasce dalla concertazione pubblico-privati, pensando per quest'area della nostra provincia, ad uno sviluppo sostenibile, legato alle risorse del suo territorio. Vedremo, di completare l'ultima parte, per arricchire ancora di più l'offerta espositiva». «Con l'apertura del Museo dei Sensi - ha rilevato il consigliere provincia Gaetano Amenta, in rappresentanza della Provincia Regionale -
non si arricchisce la sola città di Canicattini ma l'intero territorio montano, che deve trovare in questa struttura riferimenti e spunti di ricerca. In particolare i giovani, devono poter intravvedere nel Museo e più in generale nella Rete Museale che dovrà prendere vita, un momento di rilancio dello sviluppo economico di questo Comprensorio. A noi, spetta il compito di creare sensibilità in questo senso, e per quanto riguarda la Provincia saremo sempre al fianco dei Comuni e del territorio, per farsi che i giovani possano investire in queste risorse». Significativa la presenza del sindaco di Palazzolo Acreide, Carlo Scibetta, a testimonianza di come il Museo dei Sensi che ha aperto i battenti a Canicattini interagirà anche con gli altri centri della zona montana. "
Ha ragione il sindaco Amenta - ha detto Scibetta - Canicattini è la porta di un vasto e ricco territorio che abbiamo il compito di riscoprire, salvaguardare e promuovere, in quanto appartenente all'Umanità intera. E l'apertura del Museo dei Sensi è un ulteriore passo verso questo obiettivo». 
Al taglio del nastro ha fatto seguito la presentazione da parte del professore Sebastiano Burgaretta dell'inside dell'artista canicattinese Ettore Gazzara su "La notte dell'Ascensione, A. Uccello", 101 opere pittoriche che Gazzara propone per raccontare l'arte poetica di un illustre figlio di questa terra, di Canicattini Bagni, Antonino Uccello. "
Il lavoro di Gazzara - ha detto Burgaretta -
non si limita a illustrare, più o meno fedelmente, più o meno calli graficamente, i versi del poeta canicattinese, né a sperimentare astrattamente, per conto proprio, per poi applicare, quale complemento parallelo, il suo prodotto a quello di Antonino Uccello. E tutto ciò è stato possibile solamente in quanto dei mezzi propri dell'arte pittorica, ha saputo fare strumenti di un'espressione lirica che vive autonomamente ma che, al tempo stesso, ripercorre le linee poetico - creative del testo di Uccello". La metafora della sposa, è stata invece introdotta dal professore Paolo Giansiracusa, per illustrare il Museo dei Sensi: "
una sposa che va vestita, curata, salvaguardata, fatta bella e amata, soprattutto dai canicattinesi e non solo dall'amministrazione che l'ha sposata". Giansiracusa ha parlato poi dell'altra mostra allestita da Gazzara nei saloni del Museo "La Luce degli Iblei". Un lungo percorso di ricerca, che va dagli anni '70 ai giorni nostri, dove la luce e le sue onde cromatiche trovano spazio in tre grandi tele che si p

restano ad un gioco di colori e luccichi che la luce, sapientemente indirizzata, saprà dare. A queste tre tele si contrappongono altre 12 di dimensioni minuscole (5/8 cm) per raccontare il territorio ibleo attraverso la luce. "
Tra le pieghe della terra giallina - ha detto Giansiracusa -
soffice come cosparsa di polline impalpabile, Gazzara ha sciolto il suo fiume di colore fluido e invadente che penetra in ogni anfratto, dipinge ogni presenza". Sempre Giansiracusa ha infine illustrato il magnifico presepe monumentale, "Presepe di San Silvestro" del professore Ivano Orazio Vecchio, che si trova esposto al piano terra del Museo, assieme all'altra grande opera scultorea "Grotte e Rocce del Paesaggio Ibleo" del professore Antonino Albanese. "
Il tutto è stato dipinto, modellato e scolpito con l'intento di creare un contesto abitativo di matrice iblee - ha detto Giansiracusa.
Case terrane e vicoli di impronta mediterranea, archetti barocchi e semplici finestrelle, tetti a falda e piccoli terrazz
i ricordano il mondo del Sud carico di suoni e di odori, di tradizioni e di memorie. Le figure sono realizzate il terracotta e stoffa e si muovono in un impianto architettonico che privilegia la memoria storica. Lo sviluppo scultoreo inizia dalla grotta della Natività che ricorda la cavità dell'Orecchio di Dionisio, luogo pagano riconsacrato dai monaci di San Nicolò dei Cordari. Continua con il Teatro Greco, monumento tra i più significativi dell' archeologia classica, e poi si apre in una grande piazza caratterizzata dalla miniatura della fontana barocca di Leonforte, chiaro omaggio all'acqua e alla generosità del Principe Branciforti. La pietra e l'acqua sono d'altra parte gli elementi portanti del presepe monumentale che il Prof. Ivano Vecchio ha voluto dedicare a San Silvestro monaco basiliano, l'ultimo Santo del calendario liturgico. L'ultimo, per un preciso riferimento all'umiltà". Per quanto riguarda la Stanza del Paesaggio Ibleo:
"L'opera è dedicata alla roccia delle cave scavate dall'Anapo, dal Calcinara, dal Manghisi. La scenografia scultorea, è stata eseguita dal prof. Antonino Albanese con materiali poveri come la cartapesta e il legno di scarto. Scopo dell'opera è quello di far percepire con un'unica immagine il fenomeno dell'antropi
zzazione del paesaggio ibleo. Si passa infatti dalle tombe a grotticella di Pantalica alle abitazioni trogloditiche, senza tralasciare le grandi cavità naturali legate al fenomeno di carsismo". A chiudere la serata dell'inaugurazione della nuova struttura museale, nell'altro plesso prospiciente, è stato il giornalista Carmelo Maiorca, di Slow Food Sicilia, ad illustrare e a parlare del piatto tipico del territorio canicattinese, le "Infigghiùlate", una striscia di pasta arrotolata con la nipitella, pianta profumata che cresce rigogliosa in quest'area, e che le signore del Centro Diurno Anziani hanno preparato nella sala ristorante realizzata all'interno del Museo. Un momento importante, questo, dell'intero progetto museale: far conoscere il territorio, anche alle persone non udenti e non vedenti attraverso i sensi: l'arte visiva, i suoni, il tatto, gli odori e i sapori. Il tutto accompagnato, naturalmente, da olio extravergine d'oliva Dop dei Monti Iblei e vino del territorio, naturalmente Nero d'Avola.
Il Museo dei Sensi resterà aperto tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 20, sino al 10 Gennaio 2010, dopo ci si potrà prenotare telefonando all'Ufficio Cultura del Comune chiamando il centralino allo 0931540111 o per e-mail all'indirizzo hyblon.museodeisensi@gmail