
A che cosa l'uomo oggi è disposto a rinunziare per contribuire a salvare il Pianeta, destinato, visti i fallimenti della politica internazionale, a subire, come già sta avvenendo con i ghiacciai e i processi di desertificazione, a subire danni irreparabili che lo porteranno alla scomparsa.
Questa la domanda che è emersa ieri sera al Centro Culturale "T. Carpinteri" di Canicattini, nel corso dell'incontro - dibattito organizzato dalla locale sezione dell'Ente Fauna Siciliana e dall'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Paolo Amenta, sul tema alquanto "scottante": "
Dopo Copenaghen Quale futuro ... per il pianeta Terra?".
Un incontro che ha visto la partecipazione e il contributo del professore Alfredo Petralia, direttore del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Catania, Paolo Pantano, economista, leader storico dei Verdi siciliani e curatore del libro "
Il prezzo della crescita", il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta,

il consigliere provinciale Gaetano Amenta, Paolo Cugno dell'Associazione Astrofili e Paolino Uccello, etnologo, guida naturalista e dirigente regionale dell'Ente Fauna Siciliana. Partendo dal fallimento dell'incontro di Copenaghen tra i Paesi più industrializzati del pianeta, per decidere e fissare i limiti delle emissioni gas serra nell'atmosfera, che stanno causando il riscaldamento della Terra, calcolato in 2° c. di media, riprendendo così il protocollo ormai superato e fissato a suo tempo a Kyoto, l'Ente Fauna Siciliana e il Comune di Canicattini, hanno voluto approfondire questo tema di grande importanza per l'intera umanità. E le presenze al quanto qualificate e, soprattutto, la presenza dei cittadini che hanno riempito la saletta del Centro Culturale "T. Carpinteri", sono state la testimonianza di come il problema sia sentito e vissuto con grande apprensione. «
C'è l'esigenza di capire e approfondire - ha detto Paolino Uccello aprendo i

lavori di ieri sera -
che cosa sia la biodiversità, quale deve essere lo sviluppo sostenibile che i Paesi devono darsi per salvaguardare il Pianeta. C'è anche il bisogno di conoscere meglio anche il territorio che ci circonda, come nel caso degli Iblei, le sue ricchezze e le sue potenzialità, per poter programmare uno sviluppo sostenibile che possa tenere conto e salvaguardare questa grande ricchezza. C'è la necessità - ha concluso - ed è questo lo scopo dell'incontro di questa sera, di conoscere gli errori che in tutti questi anni hanno interessato il Pianeta».

«
Errori e problemi - ha detto nel suo intervento il sindaco Paolo Amenta -
che la politica si trova ad affrontare e alla quale spesso non da risposte adeguate o peggio non ne da nessuna. Lasciando così che il Pianeta, ma a me piace parlare dei luoghi, subiscano danni irreparabili che ne pregiudicano la stessa esistenza. Abbiamo un compito al quale non possiamo rinunziare, che è quello di programmare il futuro delle nuove generazioni. Un futuro che oggi è messo in discussione e che non guarda a modelli di sostenibilità. Basti pensare alla provincia di Siracusa, vive al 70% di industria, con tutto quello che ne consegue, niente riconversione, con un accordo sulla chimica mai attuato e che doveva garantire bonifiche e riconversione. Una agricoltura ed un turismo, che sarebbero gli elementi naturali di sviluppo, sulla quale non si spendono progettualità. Città invivibili che non pensano ad un futuro sostenibile, così come per le produzioni energetiche. Allora, c'è bisogno di dare una sterzata veloce e concreta a questi processi, i nostri luoghi, il nostro territorio, non hanno molto tempo, soprattutto, se appuntamenti come quelli di Copenaghen finiscono nel nulla». E di

appuntamenti falliti e di passerelle in questi grandi summit ha parlato anche il consigliere provinciale Gaetano Amenta, nel suo intervento. «
Molte passerelle che non si preoccupano di questo moltiplicatore di effetti - ha ribadito Amenta.
Si è totalmente cambiato il concetto primario, ovvero, che deve essere l'ambiente ad integrarsi con l'uomo, anziché come invece è giusto che sia, deve essere l'uomo ad integrarsi con l'ambiente. Chi ci governa, a tutti i livelli deve porre dei paletti oltre il quale non si può più andare». E a parlare degli errori che in questi anni sono stati fatti, illustrando dati e principi, è stato il professore Alfredo Petralia, del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Catania. Per il cattedratico in questi decenni si è tanto parlato di interventi sull'ambiente per fermare questo processo di deturpamento, ma i risul

tati sino ad oggi sono e restano insufficienti perché il potere decisionale non sta ai governi ma a chi detiene il potere finanziario, quello della produzione del cibo e della produzione di energia. «
In tutti questi anni - ha sottolineato Petralia -
l'uomo ha aperto tutti i processi naturali, ciclici, lasciandoli, purtroppo, aperti. Quando sappiamo che tutti questi cicli sono come un anello che si chiudono sempre. Oggi siamo davanti ad un effetto serra indotto, e non naturale, che sta portando allo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia (16% dal 1992 al 2006) e all'aumento del livello del mare di 20 cm dal 1880 al 2000. E si calcola che dal 1951 al 2100 la temperatura possa alzarsi sino al 5,8%. Allora è indispensabile chiudere tutti i processi naturali e cambiare gli stili di vita, se non vogliamo dare vita a nuovi processi di biodiversità (oltre un milioni e mezzo di specie sono scomparse nel corso della storia naturale del Pianeta) e di bioinvasione (il frutto del nostro sviluppo moderno) che non riusciremo a controllare». Petralia ha anche parlato di migrazioni umana, quale elemento legato a

llo sviluppo, quale fenomeno da controllare. Quale futuro potrebbe essere riservato alla Terra, proseguendo in questo percorso irrefrenabile di surriscaldamento, ha invece parlato Paolo Cugno dell'Associazione Astrofili. Un futuro sempre più simile a quello di due pianeti vicini Venere e Marte. Infine ha preso la parola il curatore del libro "
Il prezzo della crescita", l'economista verde Paolo Pantano. Per Pantano, la società, le civiltà, e il pianeta in genere, hanno pagato un prezzo pesante ad un processo incontrollato di crescita, favorevole solo a quel potere economico che ne determina le linee e i modelli. «
C'è dunque il bisogno non più rinviabile - ha concluso Pantano -
che ci si doti di modelli di
sviluppo sostenibili che guardino al futuro dei nostri territori, delle nostre risorse, come diceva il sindaco Paolo Amenta. Un futuro da destinare alle nuove generazioni che non sia dipendente da quei tre fattori che ha indicato il prof. Petralia: finanza (banche) - alimentazione (produttore di cibo), produzioni di energia. Altre vie sono percorribili». Agli interventi ha fatto seguito un interessante dibattito che oltre ai temi già citati ha toccato il problema della vivibilità dei centri abitati, l'inquinamento urbano, e l'acqua quale bene pubblico.