«Abbiamo il dovere di non fare morire la memoria sulle stragi mafiose, da via D’Amelio nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, che ricordiamo oggi, a quella di Capaci che uccise l’altro giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie e la scorta. Lo dobbiamo alla verità e alla giustizia per quelle vittime e per tutte le altre vittime per mano mafiosa».

Così questa mattina il Sindaco di Canicattini Bagni Paolo Amenta all’ingresso di Piazza Borsellino, deponendo una corona di fiori ai piedi della stele che ricorda i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in occasione della commemorazione, promossa dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale, del 30° anniversario della strage mafiosa del 19 luglio 1992 in via D’Amelio.

Alla cerimonia con il Sindaco Amenta hanno preso parte il Presidente del Consiglio comunale Loretta Barbagallo, gli Assessori e i Consiglieri dei due gruppi di maggioranza e minoranza “Canicattini Futura†e “Insieme per Cambiareâ€, assieme al Comandante della Stazione dei Carabinieri M.llo Sebastiano Pappalardo e al Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Casella.

«Giustizia e verità che a distanza di 30 anni aspettano ancora risposte certe e la parola fine – ha aggiunto il Sindaco Paolo Amenta -. Lotta alla mafia e legalità, due principi fondamentali per Canicattini Bagni e per tutti noi, dall’Amministrazione al Consiglio comunale, che dobbiamo continuare a mantenere vivi e a trasmettere alle giovani generazioni affinché ne facciano motivo e perni delle loro scelte di vita, per rafforzare quel vivere civile che affonda le radici proprio nel messaggio e nell’eredità che ci hanno lasciati Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per difenderli e garantirci sicurezza. Quella sicurezza nei confronti dei quali le istituzioni, nella loro unitarietà, devono avere maggiore attenzione. Un atto doveroso e sentito, dunque, mantenere vivo il ricordo di queste tragiche pagine di storia del nostro Paese che devono vederci sempre uniti, al di là delle appartenenze».