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CONSIGLIO COMUNALE APERTO IERI SERA A DIFESA DEI PICCOLI COMUNI, CONTRO LA DISCARICA DI STALLAINI E CONTRO LE IMPOSIZIONI STATALI DI NUOVE TASSE

Scritto da Gaetano Guzzardo    Martedì 03 Settembre 2013 17:29

cons-apert-2set-canicat3Salvare i Comuni dal dissesto, e in particolare i più piccoli, quelli al di sotto dei 5 mila abitanti dalla scomparsa, a causa dei tagli ai trasferimenti decisi dalla Regione ormai arrivati al 60%, così come quelli dello Stato. Ma soprattutto, evitare lo svuotamento, come sta avvenendo del Fondo regionale per le Autonomie Locali, che oltre a decretare la morte dei piccoli Comuni sta impedendo a tutti di predisporre, alla data attuale, i Bilanci.
E ancora, evitare di trasformare i Comuni ed i Sindaci, rimasti ormai unici interlocutori dei cittadini, in esattori dello Stato, prima con l’IMU, oggi con la Tares e domani con la Service Tax. 

 

E infine, salvare il territorio degli Iblei, vera e propria risorsa dal punto di vista economico e dello sviluppo turistico e sostenibile dei Comuni che vi insistono, dalla realizzazione, da parte della società agrigentina SOAmbiente, di una discarica “stabilizzati”, dove potrebbero finire anche materiali inquinanti provenienti da bonifiche industriali, autorizzata dalla Regione in Contrada Stallaini, una delle aree di grande pregio naturalistico ed ambientale, tra Canicattini Bagni, Noto e Avola, a ridosso della Riserva di Cava Grande del Cassibile, inserita nel Piano paesaggistico della provincia di Siracusa, quindi vincolata, dove, tra l’altro, si trovano le falde idriche che alimentano le sorgenti che approvvigionano gli impianti della rete idrica per usi civili del Comune di Canicattini Bagni.

Questi i tre temi importanti per la vita e per il futuro della comunità canicattinese, che domani mercoledì tornerà a discuterne nella seduta ordinaria del Consiglio comunale, e per il resto dei Comuni Iblei, che ieri sera sono stati al centro del lungo dibattito del Consiglio Comunale aperto che si è tenuto a Canicattini Bagni, così come predisposto dalla conferenza dei capigruppo e dal presidente del Consiglio, Antonino Zocco.

Anche su richiesta del sindaco Paolo Amenta, reggente regionale di Anci Sicilia, che ha lanciato a livello regionale la richiesta di discussione con i cittadini, con le forze politiche e sociali, proprio con Consigli aperti, della questione relativa allo stato dei Comuni, con l’approvazione di una Mozione di sostegno da inviare alla Regione. Consigli con la presenza di tutta i sindaci, così come deciso in un recente incontro.

E a Canicattini ieri sera in Consiglio erano presenti oltre ad Amenta, anche i sindaci di Floridia, Orazio Scalorino, di Solarino, Sebastiano Scorpo, di Sortino, Enzo Buccheri, il vice sindaco di Priolo, Salvatore Campione, l’assessore Fabio Castrogiovanni dello stesso Comune con il consigliere ed ex assessore Giovanni Parisi, amministratori e consiglieri di Buscemi, e il segretario provinciale di Sel, Vincenzo Vitale. 

Mancavano i cittadini, nonostante la pubblicizzazione che è stata fatta dell’appuntamento con manifesti, comunicati e articoli sui giornali e sul web. Troppo pochi quelli presenti, come ha sottolineato il presidente Zocco e come è emerso negli interventi.

E il primo punto trattato è stato proprio quello richiesto dal responsabile di Anci Sicilia sul futuro e sulla sopravvivenza dei piccoli Comuni, e sui disagi vissuti dal resto delle Municipalità sempre più strette dai tagli.

Un lungo intervento, quello del sindaco Paolo Amenta, che ha messo a fuoco la reale situazione dei Comuni siciliani, in particolare i più piccoli, e quella che ha definito “l’insensibilità e il pressappochismo della politica regionale nei confronti del futuro dei Comuni siciliani”.

«In cinque anni il Fondo delle Autonomie Locali – ha detto Amenta - è stato dimezzato, dai 913 milioni del 2009 si è passati ai 540 milioni del 2013, diminuendo di ben 373 milioni. Nel 2013, inoltre, ai Comuni sono destinati appena 540 milioni di euro, e quindi ben 111 milioni in meno rispetto al 2012. Dal 2013 la legge di stabilità della Regione ha assegnato ai circa 200 Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, un quinto del totale di parte corrente del Fondo della Autonomie Locali, per un ammontare di 56 milioni di euro a fronte dei circa 124 del 2012.         
La stessa legge ha anche cancellato la Legge Formica che assegnava ulteriori 15 milioni a favore dei piccoli Comuni, di conseguenza, nell’arco di un anno, il riparto complessivo per i Comuni piccoli, è stato ridotto a poco più di un terzo rispetto al 2012, con un taglio che porterà alla loro scomparsa, privandoli di servizi e forme di assistenza essenziali queste comunità. 
Con le richieste di AnciSicilia, lo scorso 31 luglio con l’approvazione del disegno di legge 479 che modifica il comma 2 dell’art. 15 della legge regionale 15 maggio 2013 n. 9 si è introdotto, dopo le parole “Contributi di parte corrente pari”, la parola “almeno”, determinando una diversa situazione meno rigida. Ma l’ARS ha approvato un ordine del giorno che, determinando una evidente violazione delle prerogative che la stessa legge assegna alla Conferenza Regione-Autonomie Locali, fissa in un massimo di 12 milioni di euro il riequilibrio a favore dei piccoli Comuni, sottraendo la somma a quelli con popolazione maggiore. Portando a 68 milioni l’assegnazione dei piccoli Comuni, con un taglio che resterebbe oltre il 50%.    
La situazione non cambia neanche per i Comuni medio – grandi che si trovano in una situazione economico-finanziaria di estrema difficoltà e, in molti casi, sono vicini al dissesto. La scelta della Regione di fatto è quella di mettere i Comuni nell’impossibilità di chiudere i bilanci anche prevedendo le spese obbligatorie.           
Bilanci tra l’altro – ha continuato il reggente di Anci Sicilia - che non sono stati ancora approvati, proprio per queste difficoltà e per i ritardi del governo nazionale di decidere di che fare dell’Imu. In questo modo viene a rompersi quella coesione sociale. Ma soprattutto, se si considera ancora che ad oggi la Regione ha trasferito ai Comuni solo il 60% della parte corrente della prima trimestralità, costringendo tanti sindaci a ricorrere a scopertura di Tesoreria per pagare gli stipendi e garantire i servizi, gravando gli Enti di interessi passivi. A ciò ci aggiunga il fatto che la Regione Sicilia, essendo a Statuto Speciale, è l’unica Regione dove non è stata chiusa ancora l’intesa con lo Stato e dove non è stato applicato il Federalismo Fiscale, art. 27 della legge 42 del 2009, determinando un ulteriore aggravio della situazione non potendo godere delle compensazioni ai tagli previsti dalla legge.  
Non solo – sottolinea il primo cittadino di Canicattini Bagni – ma mentre aumenta il disagio e quindi la richiesta di interventi ai Comuni da parte dei cittadini, a tutt’oggi la Regione non ha trasferito le spettanze del 2012 per quanto riguarda la legge 328 sui Servizi Socio – Sanitari, né tantomeno, alla data attuale, settembre, ha programmato gli interventi per il 2013. 
E allora se i Comuni, assieme ai sindaci, unici interlocutori dei cittadini, sono ormai rimasti l’ultima frontiera di democrazia nel territorio, con queste scelte si sta decretando la loro scomparsa e la il crollo del sistema democratico del Paese.      
I Comuni – ha concluso Paolo Amenta - non sono più quegli enti territoriali “autonomi” visto che questa autonomia, anche di interlocuzione con i cittadini, ci viene tolta dalle scelte di una politica sempre più lontana dai bisogni del cittadino e del territorio. Per questo chiediamo al Governo regionale di riportare lo stanziamento del Fondo delle Autonomie Locali per i Comuni sotto i 5 mila abitanti ad un totale che preveda una riduzione sostenibile dei trasferimenti, non superiore al 15% rispetto ai trasferimenti del 2012, e non limitarsi ad affrontare la questione come un problema di riequilibrio tra piccoli e grandi Comuni». 

All’intervento di Amenta ha fatto seguito quello del sindaco di Solarino, Sebastiano Scorpo, che ha posto l’attenzione sulla mancanza di fiducia del cittadino nei confronti delle istituzione, determinata dalle scelte sbagliate della politica regionale e nazionale.

Mentre il primo cittadino di Sortino, Enzo Buccheri, ha aggiunto altri problemi urgenti al quale i sindaci sono chiamati a dare risposte ma che dipendono dalle scelte di altri: come il trasporto degli studenti pendolari, la 328, per cui da 15 mesi le cooperative sociali che operano nei territori aspettano di essere pagate, e con essi i lavoratori.

Di sicurezza nei confronti dei sindaci, ha parlato invece il primo cittadino di Floridia, Orazio Scalorino. I sindaci, per Scalorino, come successo con il fallito attentato ad Amenta, di qualche mese addietro, a causa di scelte che non sono proprie, sono sempre più esposti, rappresentando il primo, ed unico, fronte di interlocuzione con il cittadino.

Mentre l’ex assessore di Priolo, oggi consigliere comunale, Giovanni Parisi, ha evidenziato come non si può più pensare, come avviene oggi, ad una politica e a dei parlamentari sempre più lontani dalla realtà territoriale. 

A Parisi hanno fatto seguito gli interventi di alcuni cittadini (Salvatore Ricupero, Paolo Giardina, Giuseppe Agnello, Giuseppe Giardina), e dei consiglieri, Sebastiano Trapani, Gaetano Amenta, Sebastiano Cascone, Sebastiano Gazzara, Salvatore Miano.

Per tutti, l’invito al reggente di Anci Sicilia, di massimo coinvolgimento dei sindaci e dei Comuni, in una azione unitaria come è stato per l’acqua pubblica, e di piena condanna delle scelte della Regione e, soprattutto, dell’atteggiamento di lontananza della politica dai bisogni di cittadini.

Esaurita la discussione su questo argomento si è passati a parlare della realizzando discarica di Contrada Stallaini, sull’altopiano ibleo, tra Canicattini Bagni, Avola e Noto, dove, tra l’altro insistono i terreni agricoli di molti canicattinesi, con l’introduzione del sindaco Amenta che ha ricostruita l’intera vicenda, dalle autorizzazioni parziali iniziali del Comune di Noto e della Soprintendenza ai Beni Culturali, alla sospensione per motivi di legalità, al ricorso al Cga della SOAmbiente che di fatto ha annullato la sospensiva dell’assessorato regionale all’Energia, alla diffida inoltrata dal sindaco di Noto, già ad aprile, al presidente della Regione Siciliana, all’assessorati regionali al Territorio e Ambiente e all’Energia e Servizi di Utilità Pubblica, per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione. 

Diffida con la quale si fanno rilevare alcune carenze procedurali sia per la totale difformità ambientale e paesaggistica del progetto con il Piano Paesaggistico d’Ambito 14-17 di SR (adottato con D.A. n. 98 del 01/02/2012 e per il quale entrano in vigore le norme di salvaguardia paesaggistico - ambientale ed urbanistica per gli interventi in contrasto alle destinazioni d’uso del suolo), che per il palese contrasto con la volontà dell’attuale Amministrazione comunale di Noto rispetto alla nota del 2012 con la quale si faceva appunto riferimento al Piano Paesaggistico e alla tutela di questi. 

Ma soprattutto il sindaco Amenta ha ricordato il valore naturalistico e paesaggistico dell’area a ridosso della Riserva di Cava Grande del Cassibile, del fiume Manchisi. 

«Si tenga altresì conto – ha puntualizzato il primo cittadino - che l’intera area rappresenta, oltre che un valore paesaggistico ed ambientale di inestimabile valore, anche un risorsa economica, dal punto di vista turistico ed imprenditoriale, per la città di Canicattini Bagni, e per le sue giovani generazioni, avendo il Comune sottoscritto un Protocollo con l’Azienda Forestale per l’apertura di una “porta versante Canicattini” per l’accesso all’area di Riserva “Cava Grande del Cassibile” annualmente percorsa da migliaia di visitatori, così come i “sentieri naturalistici” che proprio dalla città di Canicattini Bagni hanno inizio per attraversare e conoscere il promontorio ibleo ed arrivare a Stallaini e a Cava Grande.    
Nel contempo, non si può non tener conto che l’area, nella quale deve sorgere la discarica in questione, è ricca di falde idriche che alimentano le sorgenti dalla quale si preleva l’acqua per l’approvvigionamento della città di Canicattini Bagni. Un inquinamento di tali falde, comprometterebbe oltre che la salute dei cittadini anche la garanzia di poter utilizzare tali sorgenti per la fornitura di acqua, per usi civici, alla città».

Motivazioni forti, quelle esposte dal sindaco Amenta che ha chiesto, come già era emerso in una precedente seduta del Consiglio comunale, l’approvazione, prevista nella seduta di domani, mercoledì, di una Mozione, già approvata anche dal Consiglio comunale di Noto, che rafforzi le richieste che arrivano anche dalle Associazioni ambientaliste, dalla società civile, di revoca dell’autorizzazione.

Amenta, nel suo intervento, si è rammaricato per il silenzio che sulla questione sta avendo l’assessore regionale ai Beni Culturali, la siracusana Mariarita Sgarlata, da cui dipendono le Soprintendenze che hanno a suo tempo dato lo sta bene alla discarica e che oggi potrebbero revocare questa decisione.

Sull’argomento sono intervenuti dal pubblico, l’imprenditore ed allevatore d’asini Enzo Cavaliere; Paolo Cugno, mentre al loro ha fatto seguito l’intervento dei consiglieri Sebastiano Gazzara, che nei giorni scorsi con il segretario provinciale di Sel aveva reso noto un comunicato di condanna; Sebastiano Cascone, che ha rimarcato come Canicattini sia il Comune più interessato, pur non ricadendo la discarica nel suo territorio, sia per l’apertura della porta verso Cava Grande, che per le iniziative di sviluppo intraprese in un’area naturalistica come Stallaini; Michele Zocco, che ha ricordato come in quell’area ricadono gli investimenti europei per la coltivazione di grano; Gaetano Amenta, che ha sollecitato il coinvolgimento degli altri Comuni e la messa in campo di strategie che impediscano la realizzazione della discarica; Sebastiano Trapani, che già in precedenza aveva chiesto l’approvazione di una mozione da parte del Consiglio per difendere il territorio e gli imprenditori agricoli canicattinesi che insistono quell’area. 

Tutti, comunque, nel chiedere al sindaco di coinvolgere anche le altre municipalità della provincia nella difesa di “un bene comune”, hanno dichiarato la loro disponibilità, domani, mercoledì, a sostenere la Mozione.

Infine, a notte già tarda, si è parlato della Tares, la tassa sui rifiuti ed altri servizi decisa per il 2013, che a Canicattini Bagni si inizierà a pagare da ottobre, in tre rate, sino a dicembre, per evitare che si accavalli con l’ultima rata della Tarsu 2012 (la vecchia tassa sui rifiuti). 

In merito, il sindaco Amenta, ha ricordato l’iniziativa dei sindaci della provincia di informare i cittadini, con manifesti e con lettere, di come questa tassa, per il 2014 sostituita dalla Service Tax, sia stata una scelta “impositiva” dello Stato, trasformando i sindaci in esattori, con la cancellazione dell’Imu che portava risorse ai Comuni. 

Un sistema, quello che si sta adottando, da parte dello Stato, che non tiene conto delle reali esigenze delle Municipalità e soprattutto delle precarie condizioni di tanti cittadini, anche se, ha precisato, il Consiglio comunale di Canicattini ha approvato un Regolamento per la rateizzazione dei tributi per chi è in disagio nel pagarli.

Piena condivisione da parte dei presenti al documento-lettera dei sindaci che domani, mercoledì, sarà votato, assieme alle Mozioni per la salvaguardia dei Comuni, quella contro la discarica di Stallaini, nella seduta ordinaria del Consiglio comunale, fissata dal presidente Antonino Zocco per le ore 21, con all’ordine del giorno:

  • Formalità preliminari alla seduta. Nomina scrutatori. Lettura e approvazione dei verbali delle sedute precedenti (nn. da 44 a 49 del 26-7-2013; nn. da 50 a 54 del 5-8-2013).
  • Modifica della deliberazione di Consiglio Comunale n 30 dell’8-5-2013, ad oggetto "Approvazione Regolamento per la concessione di rateizzazioni di pagamento applicabili ai debiti di natura tributaria ed extratributaria"
  • Approvazione Piano comunale di Protezione civile.
  • Approvazione di una mozione contro il progetto per la realizzazione di un impianto di smaltimento rifiuti non pericolosi in Contrada Stallaini.
  • Approvazione di una mozione proposta da AnciSicilia contro l’ulteriore riduzione del Fondo regionale delle Autonomie locali e le gravi conseguenze che si determineranno per i bilanci comunali.
  • Attività ispettiva.
Ultimo aggiornamento ( Martedì 03 Settembre 2013 17:39 )
 

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