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CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO SULL'ATO IDRICO, IL SINDACO AMENTA E ALTRI 14 SINDACI RIBATTONO AL RIFIUTO DEL COMMISSARIO DI CONVOCARE L'ASSEMBLEA

Scritto da Gaetano Guzzardo    Giovedì 06 Ottobre 2011 14:25

paolo_amenta«Inammissibile, ingiustificata e fuori da ogni regola democratica. Il commissario Cardaci non può privare i sindaci di questa provincia del diritto di Assemblea di un organismo nel quale, a pieno titolo, sono soci. Quello che registriamo è un comportamento inqualificabile, che va al di la dell'incarico conferitogli dal presidente della Regione, al quale abbiamo chiesto un incontro urgente, per avere risposte immediate su una vicenda che rischia di oltrepassare il limite della decenza».

Si esprime così, amareggiato e rammaricato, il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, nella sua veste di vice presidente dell'Ato Idrico 8 Siracusa, e di portavoce degli altri 14 sindaci che con lui (gli altri sei sindaci mancanti, Augusta, Floridia, Pachino, Priolo, Rosolini, Siracusa, erano fuori sede) hanno sottoscritto lo scorso 22 settembre, la richiesta di convocazione dell'Assemblea, con oltre la firma di un quinto dei soci previsto dallo Statuto, alla notizia diffusa dal Commissario Gustavo Cardaci, dopo la conferenza stampa dallo stesso tenuta ieri, con la quale comunica la sua decisione di non provvedere alla convocazione dell'Assemblea con i quali i primi cittadini chiedevano di discutere ed eventualmente poter deliberare su fatti urgenti riguardanti la situazione dell'Ato, quali: 1) approvazione del verbale della seduta precedente, 2) presa d'atto del decreto di nomina del Commissario in sostituzione del CdA dell'ATO e provvedimenti consequenziali, 3) deliberazioni Commissariali nn.2 e 3 e provvedimenti consequenziali; 4) ricorso per ottemperanza promosso da SAI 8 spa contro il CONSORZIO ATO di SR (e contro il Comune di Melilli) avanti al CGA (udienza fissata per il 19/10/2011) e provvedimenti consequenziali. Secondo Amenta e i sindaci della provincia di Siracusa, il Commissario straordinario, che ha assunto i poteri di sostituzione del CdA del Consorzio e successivamente, con ulteriore nomina, anche di presidente dello stesso Consorzio e dell'Assemblea, di fatto, con la sua decisione, assumendosene la responsabilità, sta impedendo all'Assemblea, e quindi ai rappresentanti dei Comuni che ne fanno parte, di esercitare la funzione di indirizzo generale che gli è attribuita dallo Statuto.
Non compete al Presidente l'arbitrio di revocare (rectius: impedire) la convocazione dell'Assemblea richiesta in via d'urgenza da un quinto dei consorziati, né quello di stabilire quando ricorrono o meno i motivi che giustificano l'urgenza della convocazione, cosi come quello di rimuovere dall'ordine del giorno e scegliere egli stesso gli argomenti sui quali i consorziati intendono esercitare la funzione d'indirizzo che gli è attribuita dalla legge.
Piuttosto, viene sottolineato dai sindaci che hanno sottoscritto la richiesta di convocazione, il Commissario, da un lato, sta ulteriormente invadendo le attribuzioni stesse dell'Assemblea e dei soci, impedendone il regolare svolgimento e, d'altro lato, pretende insistentemente che gli stessi, nella loro funzione di sindaci dei Comuni consorziati, consegnino gli impianti alla SAI 8 nonostante la sentenza del CGA che annulla il bando e i conseguenti atti con cui la stessa SAI 8 si era aggiudicata la gestione del Servizio Idrico Intergrato.
Così facendo, fanno rilevare Amenta e gli altri sindaci, il Commissario Cardaci si è posto in una situazione di evidente conflitto con le funzioni straordinarie affidategli perché, di fatto, anziché fare gli interessi dell'Ato, si preoccupa di curare quelli della SAI 8.
D'altra parte, diventa incomprensibile la fretta del dottor Cardaci, considerato, come più volte suggerito dai sindaci che si rifiutano di consegnare gli impianti delle loro città a SAI 8, oltre che per la serie di inadempienze contestatale (dal mancato versamento del canone annuo 2010 e 2011 per 4 milioni di euro, come quota di funzionamento del Consorzio, dove all'interno sono previste i pagamenti delle rate dei Mutui dei vari Comuni, al mancato deposito del contratto di finanziamento a garanzia della realizzazione dell'intero Piano d'Ambito, per la quale ha sottoscritto gli accordi), anche per il fatto che il prossimo 19 ottobre è fissata avanti il CGA l'udienza nella quale sarà discusso il ricorso per ottemperanza della sentenza che ha annullato gli atti di aggiudicazione della gestione del Servizio Idrico alla SAI 8.
Non solo, ma vale la pena ricordare, in primo luogo proprio al Commissario straordinario, che i Comuni hanno richiesto la convocazione dell'Assemblea in via d'urgenza, tra l'atro, per deliberare, nell'esercizio delle proprie prerogative, un atto di indirizzo circa l'opportunità che l'Ato prenda atto della sentenza del CGA nel senso che l'annullamento giurisdizionale degli atti della procedura di gara comporta la caducazione automatica degli effetti negoziali.

«Non ci stupiremmo affatto - sottolinea il vice presidente dell'Ato Idrico Amenta riportando il pensiero anche degli altri sindaci - se venissimo a sapere che il dottor Cardaci, che si è rifiutato di convocare l'Assemblea dell'Ato in via d'urgenza, impedendo ai Comuni di esercitare una loro legittima prerogativa, approfittando del suo ruolo di commissario del CdA, si sia costituito in giudizio, apparentemente in nome e per conto dell'Ato ma, in verità, per supportare le tesi difensive della SAI 8 e, soprattutto, contro gli indirizzi dei componenti l'assemblea dell'Ato! La situazione venutasi a determinare in conseguenza dei comportamenti del Commissario è gravissima! Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente con il Presidente della Regione al quale chiederemo la revoca immediata dei decreti con i quali il dottor Gustavo Cardaci è stato nominato Commissario del CdA e della presidenza dell'Assemblea dell'Ato. Nel frattempo, confidiamo nell'esito della causa pendente avanti il CGA, nella quale ci siamo costituiti, dando mandato all'avvocato amministrativista Emanuele Tringali di tutelare gli interessi dei cittadini amministrati in ossequio ai principi di legalità e di giustizia ai quali ci atteniamo scrupolosamente e che non intendiamo contravvenire».

 


 

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