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Famiglie, imprese e Comuni schiacciati dall’aumento dei costi energetici aggravati dalle misure del conflitto russo-ucraino. Amenta AnciSicilia: “Occorrono interventi urgenti per non far morire le fasce sociali più a rischio, le imprese e i Comuni"

Scritto da Gaetano Guzzardo    Martedì 01 Marzo 2022 14:40

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Un dramma nel dramma quello che stanno vivendo le famiglie, le imprese e i Comuni siciliani a causa degli aumenti indiscriminati dei costi energetici, dal gas all’elettricità ai carburanti, ulteriormente aggravati in questi giorni dalle conseguenze dell’assurdo e ingiustificato conflitto russo-ucraino.

Il grido d’allarme sul quadro devastante che si sta registrando nella vita quotidiana dei territori arriva ancora una volta dal Vice Presidente regionale di Anci Sicilia, Paolo Amenta, attuale Presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni, che già il mese scorso aveva messo in risalto le difficoltà dei Comuni a sostenere gli aumenti dei costi energetici per i servizi essenziali ai cittadini, dal servizio idrico integrato ai riscaldamenti, all’illuminazione dei centri abitati, ai trasporti, considerato che gli Enti, con il passaggio dal mercato libero al mercato di salvaguardia, pagano l’energia il 40% in più.

 

 

«Nella realtà quotidiana delle famiglie, delle imprese e dei Comuni della Sicilia, regione che vive già una crisi economica e sociale endemica – afferma il Vice Presidente Paolo Amenta – in questi giorni la disperazione è ormai al culmine a causa del continuo aumento dei costi energetici, dal gas all’energia elettrica i cui costi sono praticamente raddoppiati da 0,15 a 0,30 centesimi kwh, al carburante, che come si sa si ripercuotono per caduta anche sui beni di prima necessità. Le fasce sociali più deboli, famiglie a basso reddito, con il reddito di cittadinanza, cassintegrati e pensionati al minimo, rischiano di non poter più rateizzare, dopo averlo già fatto, le bollette di gas e luce, chiedendo aiuto ai Servizi Sociali del Comune, già privi di risorse e anch’essi in ginocchio dal punto di vista finanziario e con il problema di non poter garantire l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini, pagando a caro prezzo l’energia, addirittura il 40% in più con il passaggio dal mercato libero al quello di salvaguardia.

A questo dramma si aggiunge anche quello delle imprese, piegate dagli aumenti che ne hanno fatto saltare tutti i piani finanziari e i programmi lavorativi, costrette anch’esse a chiedere la rateizzazione delle bollette. Rateizzazione, per famiglie e imprese, che non può diventare sistema, col rischio di innescare un circolo vizioso che prima o poi esploderà, con le conseguenze devastante che ciò comporterà nella vita delle persone che si troveranno così private di un futuro.

Ad oggi per loro – continua il Vice Presidente Amenta – che vivono con dignità questo tragedia, non si intravvede nessuna prospettiva di sostegno e aiuto da parte dei Governi, a livello nazionale e regionale, così come per i Comuni, impossibilitati ad approntare i Bilanci e con i Piani di Riequilibrio già saltati e da riequilibrare senza sapere dove reperire le necessarie risorse economiche, considerato, contrariamente a quanto impone il Federalismo Fiscale o pensano i “politicanti da tastiere e con le ciabatteâ€, che non possono aumentare i tributi per gravare ancora su cittadini e imprese già in ginocchio, non a caso, come emerge dal dato regionale, appena il 50% riesce a pagarli, e i Comuni costretti a scoperture di Tesoreria per garantire la copertura dei costi dei servizi.

È urgente allora – conclude il Vice Presidente Paolo Amenta - se non si vuole portare alle estreme conseguenze questo dramma sociale, che il Governo nazionale e il Governo regionale mettano in campo soluzioni concrete e immediate, ad iniziare dai Bonus Energetici, per sostenere le famiglie e le imprese, prevedendo, naturalmente, contributi per i Comuni che, lo ricordo ancora qualora non fosse chiaro, con i Sindaci e i propri Uffici sono il primo, e di sicuro l’unico, front office a cui i cittadini si rivolgono per avere risposte certe ai loro drammi».

 

 

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