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I RITMI E LE SONORITA' DEI TAMBURI DI ALFIO ANTICO APRONO IL FESTIVAL ETNICO

Scritto da Gaetano Guzzardo    Venerdì 22 Luglio 2011 12:03

alfio_antico2Ha aperto i battenti al ritmo dei tamburi e delle poesie di un figlio di questa terra siracusana, Alfio Antico, la 2° edizione del Festival Internazionale Etnico "Yhan - la sorgente della Musica", promosso dal Comune di Canicattini Bagni e organizzato dall'Associazione "Yhan - la sorgente della Musica", con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato regionale al Turismo, la Pro-vincia Regionale e la Camera di Commercio di Siracusa e l'Unione dei Comuni "Valle degli Iblei", che dal 21 al 23 luglio ritorna a far rivivere Piazza XX Settembre. Non poteva avere inizio migliore questo appuntamento con la musica popolare voluta all'Amministrazione Comunale canicattinese guidata dal sindaco Paolo Amenta per arricchire i per-corsi musicali e culturali di questa grande "città della Musica" che è Canicattini Bagni, attraverso l'opera di ricerca e di contaminazioni diverse. La serata è stata aperta dal giornalista Gaetano Guzzardo leggendo un brano tratto da una delle più belle poesie del grande poeta dialettale siciliano Ignazio Buttitta, "Lingua e dialettu", che da il senso del progetto del Festival intitolato al famoso etnoantropologo Antonino Uccello, canicattinese, fondatore della Casa Museo di Palazzolo Acreide:
"Un populu mittitilu a catina spughiatilu attuppatici a vucca è ancora libiru.
Livatici u travagghiu u passaportu a tavula unnu mancia u lettu unnu dormi, è ancora riccu.
Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua addutata di patri: è persu pi sempri.
Diventa poviru e servu quannu i paroli non figghianu paroli e si mancianu tra d'iddi.
Mi nn'addugnu ora, mentri accordu la chitarra du dialettu ca perdi na corda lu jornu
..." «La nostra ricchezza - ha detto sul palco il sindaco Amenta - sono le nostre radici culturali ed un territorio di grande suggestione. Quelle radici e quel territorio su cui si è concentrato il vasto lavoro di Antonino Uccello, per preservarlo e farlo diventare patrimonio della sua gente e del mondo intero. Su questo, che per noi diventa un modello di sviluppo nuovo, sostenibile e pulito. Abbiamo il compito di evitare che questo straordinario patrimonio si perda e il dovere di non privarne le giovani generazioni che devono saperne farne tesoro, evitando di tagliare il cordone ombelicale che ci lega alla nostra storia e alle nostre tradizioni».rosario_acquavivaUn concetto, quest'ultimo, che farà per tutta la durata dei tre giorni del Festival Etnico, da filo conduttore agli incontri e ai convegni organizzati prima degli spettacoli sul palco, per ricordare l'opera e la ricerca di Antonino Uccello.  E ieri, il primo incontro è stato tenuto dallo storico ed etnologo, Rosario Acquaviva, animatore e fondatore del Museo della Civiltà Contadina di Buscemi, coordinatore della Rete Museale della Cultura Iblea, che ha curato la convegnistica. Nell'aula del Consiglio comunale canicattinese Acquaviva ha presentato due dei suoi lavori di anni di ricerca. Due documentari che hanno raccontato la storia, le voci e i suoni della mietitura, iniziando dalle procedure di aratura e semina, e poi della lavorazione della pietra, una delle caratteristiche della città di Canicattini che vanta tanti maestri scalpellini che hanno saputo creare negli anni uno stile tutto locale: il Liberty minore. In serata poi a sealfio_anticognare il ritmo sono stati i tamburi di Alfio Antico, accompagnato da un duo d'eccezione, i fratelli Giuseppe e Claudio Nicotra, rispettivamente alla chitarra e al basso. Il musi-cista lentinese, che da anni porta avanti la forza della musica e della cultura popolare, ha entusia-smato il pubblico con le sue ballate, raccontando e cantando versi che mantengono vivi il dialetto e le tradizioni di questa terra. Saggezza, storie, sapori e arte, una eredità che Alfio Antico si trascina sin da bambino, dagli anni passati a fare il pastore sulle colline lentinesi, costruendo e intagliando i suoi tamburi per dare suono, voce e identità alla sua terra, contaminandoli con i ritmi e le sonorità mediterranee. Una contaminazione, in particolare con i grandi artisti con i quale ha incrociato la sua arte e i suoi tamburi, da Eugenio Bennato a Fabrizio De Andrè, Lucio dalla, Vinicio Capossela, in teatro con il grande Giorgio Albertazzi, e non ultima con la "cantantessa" Carmen Consoli che ha prodotto l'ultimo disco "Guten Morgen" (Narciso Records), del quale il percussionista lentinese ha saputo fa-re bagaglio. Ed ieri sera quest'arte, che come sempre ha saputo parlare al cuore di un pubblico che ha distribuito applausi e consensi, ha creato momenti magici, sin dall'inizio con Cuccurucù, Pinninu, Di cu sugnu, per continuare con Guten Morgen, Si ti vi rissi, Pitti Petti, Re Bufè, U nasu, Ventu e Caristia, Fila Fila, canta li Jurnati, Zimmuru Smossu, e con le tamburiate.suqA compiacere il pubblico poi il "SUQ" "Il Villaggio globale" in mezzo al verde, ideato e diretto dallo scenografo dell'INDA, Antonio Paguni, dove protagonisti sono l'artigianato e l'enogastronomia locale. Un grazie, infine, dell'Amministrazione alla Protezione Civile comunale e ai tanti che hanno collaborato per rendere reale il progetto. Questa sera è la volta dei Dounia, di Faisal Taher, con le loro soluzioni musicali che ruotano intorno ai modi espressivi riconoscibili nel bacino del Mediterraneo, ma aperte verso altre influenze e suggestioni, mentre Gaetano Pennino, già direttore della Casa Museo di Palazzolo Acreide e presi-dente della Rete Museale della Cultura Iblea, e Massimo Pirovano direttore del Museo Etnografico dell'Alta Brianza, parleranno di Antonino Uccello "etnomusicologo". Chiuderà l'incontro il "cunti-sta" Gaetano Celano
Ultimo aggiornamento ( Venerdì 29 Luglio 2011 12:12 )
 

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