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IL SINDACO AMENTA STAMANE HA GUIDATO LA PROTESTA DEI SINDACI PER SCONGIURARE L'INSEDIAMENTO DEL COMMISSARIO A ROSOLINI PER L'AFFIDAMENTO DEGLI IMPIANTI IDRICI A SAI 8

Scritto da Gaetano Guzzardo    Giovedì 20 Settembre 2012 18:09

presidio-rosolini_9Un fronte comune, quello messo in atto in quest'ultimi anni dai sindaci della provincia di Siracusa che si rifiutano di consegnare gli impianti della rete idrica e fognaria a SAI 8,  la società composta dalla siracusana Sogeas e dalla milanese Saccecav, che gestisce il servizio idrico integrato, di cui si chiede la rescissione del contratto per una serie di inadempienze, ad iniziare  dal mancato avvio degli investimenti, alla mancata presentazione della fidejussione, al mancato pagamento dei canoni, ai disservizi che i Comuni che hanno consegnato a suo tempo gli impianti lamentano, come le bollettazioni sbagliate e il blocco dell'erogazione dell'acqua agli utenti morosi appartenenti alle fasce più bisognose. 

Un fronte comune guidato dal sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, vice presidente dell'ATO Idrico, presidente provinciale e vice presidente regionale dell'ANCI, l'Associazione dei Comuni Italiani, che questa mattina si è materializzato davanti al portone d'ingresso del Municipio di Rosolini, per scongiurare l'insediamento del commissario ad acta nominato dalla Regione per sostituirsi al sindaco e consegnare gli impianti a SAI 8.

Ben 13 sindaci o loro delegati, con tanto di fascia tricolore a tracolla, dalle prime ore del mattino, all'apertura degli uffici comunali, hanno solidarizzato e raccolto la richiesta d'aiuto del primo cittadino di Rosolini, Antonino Savarino, alla notizia di insediamento stamane del commissario regionale, l'ingegnere Salvatore Stagno, che avrebbe dovuto provvedere a passare gli impianti rosolinesi a SAI 8.

Assieme al sindaco di Rosolini, stamattina a fare "resistenza" c'erano così i colleghi di  Canicattini Bagni, Paolo Amenta, di Palazzolo Acreide, Carlo Scibetta, di Cassaro, Nello Pisasale, di Buscemi, Giuseppe Giansiracusa, di Buccheri, Gaetano Pavano, di Floridia, Orazio Scavolino, di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, il vice sindaco di Avola, Giuseppe Morale, l'assessore Vincenzo Parlato di Sortino, Giuseppe Pistritto di Solarino, Giuseppe Demma di Carlentini, Corrado Bianca di Noto.

Con loro anche i rappresentanti provinciali del Comitato "Acqua Bene Comune", Jose Sudano, Concetto Rossitto, Paolo Pantano, Salvatore Casamichela,  il presidente del Consiglio comunale di Rosolini, Patrizia Calvo, consiglieri comunali, esponenti politici e cittadini, per sostenere il braccio di ferro con la Regione Siciliana, in particolare con il presidente Lombardo, in questo battaglia sulle nomine commissariali.

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L'insediamento non è avvenuto, e il commissario Stagno ha dovuto prendere atto che per motivi di ordine pubblica, non avrebbe potuto adempiere a questo suo compito, in passato già scongiurato, così come negli altri Comuni, attraverso sentenze del TAR.

L'ultimo pronunciamento del Tribunale Amministrativo è infatti del giugno scorso, ma nonostante ciò i commissari sono stati nuovamente rinominati con l'unico obiettivo di consegnare gli impianti dei Comuni "ribelli" (Avola, Buscemi, Canicattini, Cassaro, Carlentini, Ferla, Francofonte, Melilli, Palazzolo Acreide, Sortino, Rosolini), nonostante i risultati di un referendum che ha visto il 90 per cento degli italiani dire che l'acqua deve restare pubblica, nonostante una sentenza del dicembre scorso del CGA che decretava illegittima la gara di assegnazione del servizio, un'inchiesta del febbraio scorso della Procura della Repubblica di Siracusa, "Oro Blu", che ha ribadito che il servizio sarebbe frutto di un Bando di Gara "illegittimo" e di una "turbativa d'asta" attraverso la presentazione, da parte delle due società che costituiscono Sai 8 (Saccecav e Sogeas), di una "fidejussione irregolare per la partecipazione alla gara ad evidenza pubblica.

Ma come si sa la partita è alquanto appetitosa e stamani ad accompagnare il Commissario regionale c'erano addirittura due dirigenti di SAI 8, che non immaginavano di trovare questo "fronte unico", rafforzato, tra l'altro, dalla presenza di alcuni sindaci di Comuni che gli impianti a suo tempo li hanno consegnati, come Floridia, Buccheri, Solarino e Noto, ma che da tempo chiedono la rescissione del contratto con SAI 8 per i troppi disservizi e l'alto costo del servizio che sta pesando sui cittadini, in un momento di grave crisi economica.

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«È assurdo quello che sta avvenendo - ha dichiarato il sindaco Paolo Amenta - dopo tutte le sentenze del TAR, quando aspettiamo che si pronunzi il Tribunale Civile sulla nostra richiesta di rescissione del contratto con SAI 8 per le ormai note inosservanze contrattuali, tra questi, oltre al mancato versamento delle fidejussioni e dei canoni, anche il non avvio degli investimenti per 500 milioni di euro previsti dal contratto nei 30 anni di gestione, per ammodernare le reti, realizzare depuratori e migliorare il servizio.  I sindaci, e quindi i cittadini ed i territori, dopo essere stati privati del nostro ruolo di titolari e di soci dell'ATO idrico, ancora in mano al commissario Gustavo Cardaci, nonostante tutte le inchieste della magistratura, la sentenza del CGA che ci dice che quella gara era illegittima, ci troviamo ad affrontare l'arroganza di una Regione Siciliana e del suo Governatore che continua ad umiliare le nostre comunità commissariando i sindaci, tra l'indifferenza e il silenzio della politica siracusana e della deputazione regionale, totalmente assente in questa vicenda. Ma il fronte dei sindaci insieme al Comitato "Acqua Bene Comune" - continua il vice presidente dell'Ato e vice presidente regionale dell'ANCI -  così come abbiamo vinto nel referendum per rendere pubblica l'acqua, non si lascerà piegare. Oggi siamo stati presenti a Rosolini, con la presenza anche di colleghi sindaci che gli impianti a suo tempo consegnarono ma che vogliono "liberare" le loro città, domani  e in futuro, sino a conclusione di questa pantomima, saremo in tutti i Comuni ad impedire l'insediamento dei commissari. Non vogliamo consegnare i nostri impianti ad una società che di certo non guarda al bene dei nostri cittadini ma al business di parte, come si vede dai disservizi e dalle bollettazioni pazze che continua a notificare ad ignari utenti. La Regione e la deputazione regionale - conclude Amenta - dovrebbero indignarsi per quanto sta accadendo, tra un mese si elegge il nuovo presidente e si rinnova l'ARS, e li è depositato un disegno di legge di iniziativa popolare,  proposto da oltre trenta Consigli comunali e dai sindaci, assieme al Comitato referendario, alla luce proprio dei risultati referendari, per rendere pubblica l'acqua. Si lascia dunque la decisione al nuovo parlamento siciliano, evitando di tenere sotto assedio i nostri Comuni e i nostri cittadini».

 

Ultimo aggiornamento ( Sabato 20 Ottobre 2012 12:04 )
 

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