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“Impronte di altro genere”, testimonianze e riflessioni al Museo Tempo di Canicattini Bagni nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Scritto da Gaetano Guzzardo    Martedì 27 Novembre 2018 18:53

dandrea-ardita-barbagallo-amenta-pappalardoNon si è spenta domenica con l’inaugurazione della “panchina rossa” in Piazzetta Dante Alighieri, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’attenzione del Comune di Canicattini Bagni su questo drammatico fenomeno che coinvolge migliaia di donne in Italia e milioni in tutto il mondo.

 

Nell’ambito delle iniziative predisposte dall’Assessorato alla Cultura guidato da Loretta Barbagallo, dopo “Seminare le parità. Storie di principesse che salvano draghi”, letture fatte nelle classi della Scuola dell’Infanzia dalle Volontarie di Nati per Leggere e curate dalla Biblioteca comunale “G. Agnello”, l’inaugurazione della “panchina rossa”,  l’incontro dibattito sempre il 25 Novembre sul film “Malala”, curato dalle Associazioni Integramiamoci e Eleutheria, nel pomeriggio di ieri al Museo Tempo è stata la volta di Impronte di altro genere, un momento di testimonianza e di riflessione.

 

L’incontro è stato aperto dalla Dirigente dell’Ufficio Cultura e della Biblioteca comunale, Paola Cappè, e dall’intervento dell’Assessore Loretta Barbagallo, che ha portato i saluti del Sindaco Marilena Miceli e ricordato, oltre all’impegno dell’Amministrazione comunale nel celebrare la Giornata sulla violenza alle donne, con la sinergia di giovani Associazioni del territorio, le due giovani donne canicattinesi vittime di femminicidio, Laura Petrolito, mamma di appena 20 anni, uccisa a coltellate lo scorso 17 Marzo, e Maria Ton, 36 anni rumena, uccisa il 16 Giugno 2014. Entrambe da chi diceva di volerle bene.

 

Quelli che sono seguiti sono stati poi momenti di evidente commozione con la testimonianza di Luisa Ardita, Presidente della Fondazione intitolata alla sorella Eligia e alla nipotina Giulia, di cui la sorella era incinta ormai all’ottavo mese, uccise il 19 Gennaio 2015 dal marito e padre, Christian Leonardi, di cui non fa mai il nome definendolo “l’imputato”.

 

Imputato a distanza di 8 mesi dalla morte di Eligia e Giulia, dopo che la Procura, dietro le numerose richieste della famiglia, provvede al sequestro dell’appartamento di via Calatabiano, l’intervento del Ris che evidenzia ben 51 tracce che porteranno all’arresto dell’uomo e alla sua confessione, per cui è in corso il processo.

 

Momenti veramente toccanti nel racconto della vicenda di questa giovane infermiera siracusana, molto attiva nell’aiutare gli altri e le donne, in particolare nel suo quotidiano lavoro al Pronto Soccorso dell’ospedale “Umberto I” di Siracusa, e della figlioletta che portava in grembo.

 

«Il problema della violenza – ha detto tra l’altro Luisa Ardita – è molto delicato e serve una normativa che affronti le problematiche procedurali e aiuti realmente chi denuncia, incoraggiando le vittime, garantendo loro sicurezza, così come alle Associazioni e a chi si occupa e sostiene le vittime».

 

impronte-di-altro-genere3Un tema, quello della sicurezza e delle garanzie a chi opera per sensibilizzare il territorio e aiutare le vittime, che è stato rilanciato anche da Maria D’Andrea, Presidente dell’Associazione Colori d’Aretusa.

 

«La provincia di Siracusa – ha aggiunto – è quella con le maggiori denunce da parte delle donne, segno che cresce la sensibilità, la richiesta di aiuto e la volontà da parte delle vittime di uscire da un incubo. Ma spesso, purtroppo, le procedure non aiutano in tal senso, né tantomeno tutelano chi opera a sostegno delle vittime per accrescere la cultura della non violenza».

 

Una violenza che si consuma quasi sempre tra le mura domestiche e da parte di chi afferma di amare la vittima, e quasi sempre legata al concetto di “possesso” o “sottomissione” che molti uomini hanno delle donne.

 

Una violenza che non è solo fisica ma anche psicologica, come ha specificato Cristina Amenta, la giovane esperta canicattinese in Psicologia investigativa e Criminologa, che allarma di anno in anno, come confermano i dati: 8.414 casi di stalking nei primi nove mesi di quest’anno; oltre 10 mila denunce di maltrattamenti; quasi tremila casi di violenza sessuale; e 94 donne uccise.

 

«C’è bisogno di attenzionare di più il fenomeno ma soprattutto di fare prevenzione – ha proseguito Amenta – le Associazioni ci sono nel territorio, la Questura di Siracusa ha una squadra di specialisti che si occupa di questo problema e quasi sempre avvia campagna di prevenzione nei vari centri. Lo stesso Ministro dell’Interno Salvini ha garantito un “codice rosso” per dare priorità assoluta all’esame delle denunce di donne maltrattate, minacciate o molestate. Da parte nostra, alcune Associazioni e giovani donne, a Canicattini Bagni, abbiamo dato vita al progetto “Vietato Morire” per interagire con le istituzioni, le scuole, la cittadinanza, e contribuire a far crescere questo processo di emancipazione e di libertà».

 

impronte-di-altro-genere2Prevenzione è anche una maggiore collaborazione del cittadino con le Forze dell’Ordine, ha esortato il Maresciallo Sebastiano Pappalardo, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, che ha altresì evidenziato l’importanza della collaborazione con gli enti del territorio come il Comune e i Servizi Sociali, come già avviene a Canicattini Bagni, nello stare vicino alle vittime che denunciano e garantirne la sicurezza.

 

«Parlare con le Forze dell’Ordine, non solo le vittime, ma anche amici o vicini di casa che hanno il sospetto che in quella casa, in quella famiglia, possa consumarsi una violenza – ha invitato Pappalardo – vuol dire aiutarci a focalizzare e a prevenire un dramma. Bisogna acquisire la fiducia della vittima, aiutarla a denunciare. Oggi la legge garantisce più sicurezza da questo punto di vista, anche aiutando la vittima ad allontanarsi dal luogo della violenza. In questi casi a Canicattini Bagni abbiamo avuto e continuiamo ad avere un buon rapporto di collaborazione e disponibilità da parte del Comune e dei suoi Servizi Sociali nel reperire luoghi sicuri di accoglienza per queste donne».

 

L’appuntamento di lunedì al Museo Tempo è stato infine chiuso dall’intervento molto suggestivo di Assunta Fichera, poetessa, che ha letto Maria Grazia Calandrone, accompagnata dalla danza di Aurora Uccello e Noelia Lomagro.

 

 

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