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INCONTRO A CORLEONE DEL VICE PRESIDENTE DI ANCISICILIA, PAOLO AMENTA, CON I SINDACI SICILIANI SULLA DESTANTE SITUAZIONE DEGLI ENTI LOCALI

Scritto da Gaetano Guzzardo    Domenica 20 Settembre 2015 11:51

intervento-Amenta a Corleone1Un nuovo incontro,  questa mattina a Corleone del Vice presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, sulla devastante situazione finanziaria e di programmazione dei Comuni siciliani, sempre più soli e privi di risposte dai governi nazionali e regionali. Un incontro più che positivo per la massiccia partecipazione da tutta la Sicilia dei Sindaci e per la condivisione dei temi che sono stati posti in discussione.

 

Un quadro desolante ed una situazione non più sostenibile dal Sistema degli Enti Locali che ha già prodotto in molti casi, per far fronte ai tagli e ai mancati trasferimenti di Stato e Regione, e per garantire i servizi essenziali ai cittadini, un ulteriore indebitamento, facendo ricorso a scoperture di Tesoreria, quindi pagando interessi alle Banche, oltre ad aumenti delle aliquote dei tributi locali e del complessivo livello di pressione fiscale (Imu, Tari e Tasi), che rende ancora più problematica la tenuta minima del rapporto tra Amministrazioni e cittadini, innescando forti tensioni sociali.

 

Dall’inizio dell’anno, ha ricordato Amenta, nelle casse dei Comuni non c’è più un centesimo, non c’è liquidità, da qui il ricorso alle scoperture per pagare stipendi, i precari e i fornitori. D’altra parte, va ricordato, che negli ultimi quattro anni i trasferimenti correnti destinati ai Comuni sono passati da 900 milioni di euro a circa 400 milioni. Un taglio impressionante che ha prodotto una riduzione drastica dei servizi e della qualità degli stessi nei Comuni.

 

«Non abbiamo più come farci ascoltare da Governi sordi che non riescono a comprendere la devastante situazione degli Enti Locali – ha detto il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta -. Siamo arrivati alla fine di Settembre e ancora attendiamo parte delle quote relative alle spese correnti e investimenti che si dovevano trasferire ai Comuni per il 2014, così come siamo ancora in attesa di gran parte delle somme relative agli stipendi dei precari, sempre per il 2014, eppure noi gli stipendi li abbiamo garantiti anche per il 2015, indebitandoci, perché non si possono gettare intere famiglie nel baratro.

Non parliamo poi del 2015 – aggiunge Paolo Amenta – per quest’anno c’è il vuoto completo e nei Comuni non siamo più in grado di poter approntare, a tutt’oggi, i Bilanci di previsione, proprio per l’incertezza delle entrate. In più siamo stati penalizzati con l’introduzione del Decreto 118 che impone ai Comuni di creare nei propri bilanci un fondo di salvaguardia a garanzia dei residui di dubbia esigibilità. Come dire un’ulteriore spending review che riduce risorse dai bilanci già svuotati».

 

Una situazione, dunque, aggravata a livello finanziario dai tagli sempre più consistenti,  ma soprattutto, ha ricordato il Vice Presidente di AnciSicilia nell’incontro di oggi con i colleghi Sindaci, dalla mancata applicazione in Sicilia del Federalismo Fiscale, e da un piano delle riforme ancora fermo al palo, o fortemente in ritardo rispetto ai bisogni dell’Isola, come nel caso della gestione dei rifiuti ormai al collasso, che rischia di aggravare la già drammatica situazione finanziaria degli Enti, gravando ulteriormente sui cittadini ormai allo stremo, vista la mancanza di impianti in Sicilia dove poter conferire indifferenziato e differenziato.  

«A Novembre poi,  Sindaci e Consiglieri – continua il Vice Presidente Amenta – andranno a votare per dare una guida ai Liberi Consorzi, le ex Province, per cui si sta scatenando la corsa e gli appetiti dei partiti, dimenticando che quelli che stiamo ereditando, a causa dei lunghi commissariamenti e i forti ritardi nell’approvarne la riforma, sono Enti ormai appiattiti che bisogna rilanciare per poter svolgere i compiti importanti che hanno nei territori: dalla manutenzione degli edifici scolastici, a quella della rete viaria, ai controlli sull’ambiente, ai servizi ai diversamente abili, alla concertazione e alla regia per la programmazione. Compiti importanti che richiedono finanziamenti che non ci sono, lasciando ancora nelle mani dei Sindaci problemi scottanti. Per questo, credo, che la scelta alla quale siamo chiamati alla fine di Novembre, deve esser lasciata ai Sindaci e ai Consiglieri, responsabilmente, tenendo fuori i soliti giochetti politici che ci hanno portato, come nel caso della Regione, a questo stato.

Ci sono poi altri due nodi  importanti da chiarire: il taglio alla spesa sociale in un momento di crescita del disagio e della povertà, e di come gestire la spesa della nuova programmazione europea 2014-2020.

Quello che chiediamo – ribatte  Amenta - è un ulteriore aumento delle risorse sociali per garantire servizi di qualità alla persona. E per quanto riguarda i fondi comunitari, unica risorsa oggi in circolazione, contrariamente a quello che vuole fare la Regione Sicilia, continuando ad accentrare tutto nei vari Dipartimenti regionali, perpetrando così il dispendio degli anni passati per cui anche la Commissione Europea ci ha bacchettati, i Sindaci chiediamo che almeno per il 50% venga destinata direttamente ai territori per le progettazioni dal basso, per creare occasioni di reale sviluppo e occupazione. Si darà così maggiore responsabilità, come dicono le direttive comunitarie, alle organizzazioni territoriali, vedi CLLD, che sostituiscono i Gal, facendo diventare le comunità leader del proprio sviluppo. Aggiungendo un’altra sfida, che è quella di aumentare e migliorare l’incidenza della spesa comunitaria diretta rispetto a Bruxelles, i famosi 70 miliardi che si spendono nelle varie regioni d’Europa, dove la Sicilia in questo momento incide solo per lo 0,01%.

Infine - conclude il Vice Presidente Paolo Amenta – non dimentichiamo il cappio al collo posto ai Sindaci e ai loro cittadini dal Patto di Stabilità, e come ho detto anche dal Decreto 118, privandoli di fare investimenti e quindi alimentare l’economia locale. I Comuni sono gli unici che hanno realmente tagliato la spesa pubblica, per cui va rivisto questo provvedimento».

 

Un ulteriore grido d’allarme quello che arriva dai Comuni che necessita, come è emerso con forza negli interventi, di scelte governative non più rinviabili e di metodi diversi rispetto al passato. Azioni propedeutiche che aiutano i Comuni a non morire e contribuiscono altresì allo sviluppo e la crescita.

 

E da Corleone, infatti, è stato dato il via al tour di incontri che si terranno in tutta la Sicilia sui problemi finanziari dei Comuni e sulla programmazione comunitaria 2014-2020, ad iniziare dal dare vita, com’è stato deciso dai Sindaci, ad  “unità territoriali”, una sorta di “area vasta”, per arricchire gli obiettivi di integrazione e cooperazione  che possono rendere la Sicilia produttiva e competitiva, in una realtà globale.

 

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