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RICORDATA, NEL CENTENARIO DELLA NASCITA, GIUSEPPINA BORDONARO MANTIA, PRIMA DONNA AD AVER LAVORATO AL COMUNE DI CANICATTINI BAGNI

Scritto da Gaetano Guzzardo    Mercoledì 06 Agosto 2014 14:11

a sinistra Giuseppina Bordonaro Mantia2Una foto con impiegati ed amministratori scattata  presumibilmente nel 1948 (ben visibile al centro l’allora sindaco Giuseppe Cianci), davanti al portone del Municipio di Canicattini Bagni in via XX Settembre, con la presenza di una sola donna, Giuseppina Bordonaro Mantia, prima impiegata donna a lavorare, dal 1943 al 1948, al Comune canicattinese, da ieri ricorderà questo evento.

 

 

Nel centenario della nascita di Giuseppina Bordonaro Mantia (1914 -1988), i familiari e l’Amministrazione comunale di Canicattini Bagni, guidata dal sindaco Paolo Amenta, hanno voluto ricordare questa importante conquista sociale per una società allora quasi tutta al maschile (solo nel 1946 le donne saranno ammesse al voto). 

 

Giuseppina Bordonaro Mantia, sposata con Celestino Mantia morto nella seconda guerra mondiale, rimasta vedova a soli 28 anni con due figlie (Maddalena e Liliana), venne assunta nel 1943 all’Ufficio Razionamento del Comune di Canicattini Bagni, quando tutti gli impiegati, sino a quel momento, erano stati di sesso maschile.

 

Con una cerimonia sobria, nel pomeriggio di ieri,  la foto che ricorda quel gruppo di impiegati con Giuseppina Bordonaro Mantia, è stata apposta dal sindaco Paolo Amenta e dalla figlia Liliana Mantia Mozzicato, accanto all’Albo dei Sindaci del Comune, al primo piano del Palazzo Comunale.

 

sindaco Amenta familiari G.B.M.2Presenti alla cerimonia con il primo cittadino Paolo Amenta e il consigliere comunale Gaetano Amenta,  la figlia Liliana Mantia, il marito Salvatore Mozzicato, i figli, il nipote Antonio Casinotti (figlio di Maddalena Mantia, primogenita di Giuseppina Bordonaro Mantia), i cugini Scalia – Tuccitto, Uccello, conoscenti e personale del Comune.

 

«Un atto dovuto – ha commentato il sindaco Paolo Amenta - . La signora Giuseppina Bordonaro Mantia è parte integrante della storia di questa nostra cittadina e dei processi sociali e storici che l’hanno interessata in questi lunghi anni. Per cui, grazie alla figlia Liliana Mantia Mozzicato che ci ha fatto dono di questa foto, così come della pomellatura della passamaneria della scalinata del Comune, abbiamo voluto ricordare e portare a conoscenza futura, questo evento».

 

GIUSEPPINA   BORDONARO    MANTIA

 

Amenta posizione foto-ricordo2Giuseppina Bordonaro nacque a Canicattini Bagni l'11 febbraio 1914, ultima dei sei figli di Salvatore Bordonaro detto “Pitruzzu”, che morì nella I Guerra Mondiale lasciandola orfana in tenera età. Giovane intelligente ed intraprendente apprese e svolse con passione l'arte del ricamo. Appena diciottenne s'innamorò e sposò Celestino Mantia di Licata. Dopo la nascita della figlia Maddalena, la famigliola si trasferì a Milano ove il marito lavorava nella confezione di abiti e Giuseppina venne assunta nella Manifattura Tabacchi come dattilografa.

 

Scoppiata la II Guerra Mondiale, il marito Celestino venne richiamato in armi e dislocato in Calabria. Giuseppina Bordonaro, in dolce attesa della seconda figlia Liliana, nel marzo 1942 tornò a Canicattini per avere la vicinanza delle sorelle e non restare sola a Milano. Solo dopo sei mesi dalla nascita della seconda figlia (agosto '42) il padre Celestino ebbe il permesso militare di vedere moglie e figlie: fu la prima e ultima volta che si riunì la famiglia Mantia-Bordonaro, perché Celestino morì in guerra lasciando Giuseppina vedova a 28 anni e con due figlie sulle spalle.

 

Per sostenere la propria famiglia, Giuseppina ottenne di essere assunta nel Municipio di Canicattini, quale addetta all'Ufficio Razionamento, ove si fece apprezzare per le sue doti di grande lavoratrice e di profonda umanità. Fu la prima donna a lavorare in Comune: fino ad allora, infatti, tutti i dipendenti erano di sesso maschile. La Bordonaro precorse i tempi nell'affermazione dei diritti della donna quando ancora le donne non erano neanche ammesse al voto (ricordiamo che le donne furono ammesse al voto solo a partire dalle elezioni comunali del 1946).

 

Finito il periodo del Razionamento (agosto 1948), cessò per Giuseppina il rapporto d'impiego col Comune. Con l'indennità di buona uscita ottenuta, acquistò una macchina per la produzione di maglieria e aprì una piccola azienda dando lavoro a giovani apprendiste.

 

Quando i guadagni cominciarono a scarseggiare, Giuseppina non si perse d'animo e, tramite “atto di richiamo” fattole da una cugina, nel 1956 si trasferì da sola in Venezuela ove lavorò prima come ricamatrice e poi comprò e gestì l'Hotel-Ristorante “La Riviera” a Caracas.

 

Tornata in Italia, nel dicembre del 1962, con i suoi guadagni ricostruì la propria casa di via Umberto 231 erigendo due appartamenti  per le sue figlie che nel frattempo si erano diplomate e insegnavano a scuola. Donna instancabile, Giuseppina Bordonaro riprese a Canicattini il suo lavoro di ricamatrice fino a quando un infarto la stroncò all'età di 74 anni, all'improvviso, come Ella aveva sempre sperato: «Spero che il Signore  mi chiami all'improvviso e io risponderò: “Presente”» soleva di solito dire.

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 06 Agosto 2014 14:18 )
 

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