DOMENICA A CANICATTINI BAGNI, 7° PROVA CAMPIONATO REGIONALE ENDURO E 1° TROFEO "SARO ITALIA"

IL SINDACO AMENTA: "IL 4 NOVEMBRE DEVE DIVENTARE PATRIMONIO DEI GIOVANI"

CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE, DA CANICATTINI UN FORTE SEGNALE PER L'UNITA' DEL PAESE E LA GRATITUDINE PER IL LAVORO DELLE FORZE ARMATE


DOMENICA 24 OTTOBRE ORE 11,30 DAVANTI ALLA CHIESA MADRE, CONCERTO DEL "RICCIOTTI ENSEMBLE" (Olanda)

PREDISPOSTI I SERVIZI PER LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

SCADONO IL 18 NOVEMBRE LE DOMANDE PER IL CONTRIBUTO LOCAZIONE ANNO 2009

"A 100 PASSI DAL PREMIO FAVA", CINQUE APPUNTAMENTI SUI GIORNALISTI UCCISI DALLA MAFIA, DAL 23 OTTOBRE
Continuano a Canicattini Bagni i percorsi di "legalità" intrapresi spontaneamente da pezzi della società civile, per iniziativa di giovani del luogo, in questo caso Dino Tinè e Davide Motta, protagonisti già la settimana scorsa dell'incontro con Gioacchino Genchi, che ha visto partecipi anche il Comune e il sindaco Paolo Amenta, e alcune Associazioni del luogo, Phisis, Amici delle Voce di Canicattini, Friends' Club, Attivamente, Freecom, per presentare il libro di Edoardo Montolli "Il caso Genchi - Storia di un uomo in balia dello Stato" (Aliberti editore), e ricordare, ad un mese dall'uccisione per mano camorrista, il primo cittadino di Pollica, nel salernitano, Angelo Vassallo. Il prossimo appuntamento, invece, è legato al ricordo del giornalista, scrittore e commediografo palazzolese, Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia a Catania il 5 gennaio del 1984. Saranno cinque momenti a partire da sabato 23 ottobre, che si svolgeranno nella sala riunioni del Gal Val d'Anapo, in via Principessa Jolanda 51, che accompagneranno il pubblico al Premio Fava di giornalismo che ogni anno si tiene a Palazzolo Acreide e a Catania dal 2 al 5 gennaio, per ricordarne la memoria.
IN TANTI AD ASCOLTARE GIOACCHINO GENCHI, RICORDATO IL SINDACO ANGELO VASSALLO UCCISO DALLA CAMORRA
«Lo Stato in cui credo e che mi appartiene è quello dove la legge è uguale per tutti ... nel corso della mia carriera professionale di poliziotto e di consulente informatico per quasi tutte le Procure d'Italia, ho ricevuto decine di offerte di candidature politiche e centinaia di offerte economiche, anche milionarie. Ma nella vita non si vive solo per i soldi, per cui ho sempre seguito la mia coscienza e depositato le mie perizie che non hanno mai guardato in faccia nessuno ... Per me tenere la schiena dritta, come ho avuto insegnato sin da piccolo in famiglia, è un principio irrinunciabile».
A parlare è Gioacchino Genchi, vice questore della Polizia di Stato, ritenuto il più abile consulente informatico che le Procure di tutta Italia hanno utilizzato per indagare nelle inchieste più "scottanti" e più "delicate" di questo ultimo ventennio. Dalla strage di Capaci e di via D'Amelio, ai capi di Cosa Nostra, all'affare Dell'Utri, Cuffaro, le scalate bancarie, le vicende Umts, i crac Cirio e Parmalat, lo spionaggio Telecom, sino alle inchieste di Catanzaro, quella famosa Why Not del giudice Luigi De Magistris, che le costerà la revoca dell'incarico (com'era già avvenuto con Capaci e via D'Amelio), e la sospensione "sine die" dalla Polizia, cosa mai successa in Italia se non in caso di omicidio e quindi di responsabilità ben definite, solo perché ha risposto su Facebook ad un giornalista di Panorama (Gianluigi Nuzzi) che gli dava del bugiardo. Un provvedimento pesante, più di quanto comminato a poliziotti condannati per il pestaggio di Bolzaneto (tra l'altro promossi), o per l'omicidio del giovane di Ferrara, Federico Aldrovandi, mai rimossi.
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